Ho scoperto da poco che la cucina giapponese tradizionale (washoku) è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel dicembre 2013.
La dicitura esatta è “Patrimonio orale e immateriale dell’Umanità”, si tratta di un riconoscimento assegnato dall’Unesco ai patrimoni non scritti dell’umanità che sono stati tramandati nei millenni, di generazione in generazione, e che come tali vanno salvaguardati per evitarne la scomparsa.
Il motivo di tale riconoscimento, oltre alla sua tradizione millenaria della cucina nipponica, sta anche nel fatto che il cibo giapponese e le pietanze tradizionali, sono considerate un vero e proprio elisir di lunga vita e aiuterebbero l’organismo a difendersi dai tumori e a prevenire l’obesità.
La cucina giapponese, infatti, è tra le cucine più equilibrate del mondo e fa largo uso di alimenti anti-cancro come il pesce fresco, le verdure, le radici e il tè verde. La cucina giapponese tradizionale, inoltre, è poverissima di carne che è stata introdotta solo in tempi relativamente recenti con l’adattamento di ricette straniere. Tutti alimenti consigliati dagli oncologi di tutto il mondo perché ricchi di antiossidanti e di altre sostanze anti-tumorali.
Il primo approccio di noi occidentali alla cucina giapponese, infatti, è quasi sempre con il sushi, bocconcini di riso conditi e ricoperti di pesce crudo, ma, la cucina nipponica è ricchissima di molti altri ingredienti e di pietanze deliziose. Oltre al riso e al pesce crudo, i giapponesi mangiano molti noodles, verdure e legumi. Per condire utilizzano spezie locali e aceto, o olio a base di riso e di sesamo. Utilizzano anche molto il tofu, ed è per questo che la cucina giapponese è molto apprezzata dai vegetariani e dai vegani. Pur essendo una cucina molto sana ed equilibrata, fa largo uso di cibi fritti, famosissima ad esempio è la tempura, ma, il tutto viene bilanciato dall’uso di molte verdure.
Nelle motivazioni del riconoscimento si legge che il washoku (cucina tradizionale giapponese) è “associato ad uno spirito di essenziale rispetto della natura e alla sostenibilità dello sfruttamento delle risorse naturali”. L’Unesco ha preso in considerazioni varie tradizioni culinarie del Giappone con un particolare riguardo per la cucina kaiseki e la suggestiva cerimonia del tè di Kyoto. Con questo riconoscimento la cucina giapponese si è aggiunta alle altre quattro cucine tradizionali già considerate patrimonio Unesco, ovvero, quella francese, quella messicana, la dieta mediterranea e il Keskek turco.
Una ragione in più – ammesso che ce ne fosse stato bisogno – per andare a mangiare più spesso al ristorante giapponese e soprattutto per provare tutte le pietanze di questa ricchissima e variegata cucina.
Articolo a cura di:
Rita Maria Esposito
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