La “moda del cibo giappo” ha conquistato quasi tutti e sono poche le persone che guardano ancora con diffidenza il consumo del pesce crudo.
I tempi in cui i pugliesi venivano visti come dei barbari, quando erano ripresi in televisione mentre mangiavano polpi e seppie senza cuocerle, sono ormai lontani.
Con il diffondersi del sushi in tutta la penisola, mangiare specie ittiche senza prima cucinarle non solo è visto come qualcosa di normale, ma anche di molto sano, dal punto di vista alimentare.
Il gran numero individui che soffrono di problemi intestinali o di intolleranze alimentari però fa nascere dei dubbi su quanto sushi e sashimi siano consigliati a chi soffre di colite.
Sappiamo bene come i soggetti con disturbi al colon dovrebbero essere molto prudenti nel seguire una corretta dieta alimentare, perché ogni “strappo alla regola” potrebbe costare molto caro alla loro salute e provocare pericolose diarree o acuti bruciori addominali.
Meglio quindi fare chiarezza e spiegare che cosa può mangiare una persona afflitta da colite spastica, quando è stata invitata dagli amici per una cena in un ristorante giapponese.
Quando l’intestino dice no
Come in tutte le sfere della vita, non si dovrà esagerare neanche quando ci si siede a tavola di un sushi wok.
La consapevolezza di avere un intestino un po’ delicato e sensibile di fronte certi tipi di alimenti dovrebbe tenerci sempre sul “chi va là”.
Esistono alcune specialità giapponesi, che troveremo tra i menù di un ristorante che prepara sushi e piatti a base di pesce cotto, da cui dovremmo restare alquanto lontani.
E’ il caso delle fritture di pesciolini e di verdure. Parliamo della classica “tempura”, vero cibo anti colite spastica. Il luccichio del pesce fritto non deve ingannare il nostro occhio di pazienti intenzionati a seguire un regime alimentare sano che non irriti ulteriormente le pareti interne allo stomaco e possa quindi provocare vistosi gonfiori addominali.
L’olio di una frittura è in ogni caso sconsigliabile per un soggetto colitico, di qualsiasi natura esso sia (di semi di girasole, d’oliva ecc..).
Altro pasto made in japan che impareremo ad evitare sarà la radice di loto, a causa della grande percentuale di fibra vegetale in essa contenuta.
Stesso motivo per cui si dovrà fare attenzione agli oso maki, ovvero a quei sushi di dimensioni più grandi, ricoperti da uno spesso strato di alghe, a volte indigesto.
Si sa quanto siano difficili da digerire tutte le verdure fibrose, come spinaci e cavoletti di Bruxelles, notoriamente banditi dalla tavola di chi soffre di colite, soprattutto se tra i sintomi dominanti si accusa una certa stitichezza.
In caso di gravi difficoltà di evacuazione, preferire il sashimi ai nighiri, cercando in questo modo di ridurre la quantità di riso da introdurre nel tubo digestivo.
Buona regola è quella di preferire sempre pesci più leggeri, come spigola e orata a tonno e salmone, decisamente più grassi e difficili da digerire e anche maggiormente calorici.
Inoltre, anche se può sembrare strano, limitare il consumo di gamberetti crudi. Trattasi di animali marini apparentemente delicati, ma che hanno l’abitudine di nutrirsi di tutti i residui organici che si depositano sul fondo del mare.
A causa di questo comportamento risultano abbastanza tenaci all’azione dei succhi gastrici e dannosi per chi ha problemi all’intestino crasso, perché si tratta di crostacei ricchi di colesterolo cattivo (concentrato per lo più nella testa).
Il sushi fa bene o no?
Tranquillizziamo una volta per tutte coloro i quali soffrono di colite spastica o nervosa. Ci sono poche pietanze in cucina più leggere del pesce e del riso.
Mangiate sushi e pesce crudo senza troppi pensieri, l’importante sarà assicurarsi che si tratta di cibo freschissimo e pesce che è stato abbattuto correttamente.
Va sottolineato poi un aspetto, che dovrebbe far riflettere tutti i detrattori del sushi.
Da numerosi studi è emerso come le infezioni intestinali avvenute il locali dove cucinavano sushi wok erano più frutto del cattivo igiene del luogo in cui si aveva mangiato che il risultato della scarsa qualità del pesce.
Meglio quindi preoccuparsi più della pulizia del ristorante, prima ancora di generare una psicosi da pesce crudo.
La maggior parte dei nutrizionisti dichiara che mangiare sushi faccia bene e non comporti conseguenze negative neanche nell’organismo di chi soffre di colite spastica.
Basterà avere più criterio nella scelta delle varietà di pesce e sushi da ordinare ed evitare qualche salsina troppo irritante, come nel caso del wasabi.
Quasi sicuramente una pastina al brodo sarà 20 volte più deleteria per la salute intestinale rispetto ad un intero pranzo a base di prodotti giapponesi come miso e soia.